Risultato della ricerca: rupicapra rupicapra
VassiliBalocco
Camoscio d’Abruzzo (Rupicapra pyrenaica ornata), Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
VassiliBalocco
Camoscio d’Abruzzo (Rupicapra pyrenaica ornata), Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
Bigio70
Scatto singolo
VassiliBalocco
Giovane camoscio d’Abruzzo (Rupicapra pyrenaica ornata)
iceunstable
son giovane..ma all'erta sto!..
MassimoAlviani
Il camoscio d'Abruzzo o camoscio appenninico (Rupicapra pyrenaica ornata Neumann, 1899) è un mammifero artiodattilo della sottofamiglia dei Caprini. Si tratta di una sottospecie di camoscio a sé stante: i camosci appenninici, infatti, sono una popolazione ben distinta sia da quella alpina (Rupicapra rupicapra, alla quale un tempo questi animali erano accorpati come sottospecie -R. rupicapra ornata-), che da quella pirenaica (Rupicapra pyrenaica), alla quale tuttavia è ascritta col rango di sottospecie
VassiliBalocco
Ci guardava un po’ perplesso nella giornata di pioggia… cosa ci sarà mai da fotografare? Ma tollerava gentilmente la nostra presenza dedicandosi, per lo più, alla ricerca di nutrimento nelle aree libere dalla neve. - Camoscio d’Abruzzo (Rupicapra pyrenaica ornata), Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
LorenzoDiCola
Il Camoscio Appenninico (Rupicapra pyraeneica) immerso nei colori autunnali nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise.
VassiliBalocco
Camoscio appenninico (Rupicapra pyrenaica ornata), Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
mgnello
Il camoscio (Rupicapra rupicapra) Abitante tipico della media e alta montagna, il camoscio vive in ambienti molto vari, accomunati soprattutto dalla ripidezza dei versanti e dalla presenza di roccia. Di dimensioni medie e forma compatta, misura in lunghezza da 100 a 130 cm. In autunno il peso è generalmente compreso fra 30 e 40 kg nei maschi e fra 25 e 30 kg nelle femmine. É caratterizzato da corna ricurve a uncino e permanenti, presenti in entrambi i sessi. Lo zoccolo è dotato di una solea morbida, che favorisce l'aderenza sulla roccia, di un bordo duro e tagliente, che permette di sfruttare i minimi appigli, e di una membrana che, estendendosi a ponte fra i due unghielli, garantisce una maggior superficie d'appoggio sulla neve. La sua dieta, in estate, è composta quasi esclusivamente da erbe fresche ma si arricchisce di foglie, arbusti, licheni e muschi durante la stagione invernale. Il camoscio è la specie di ungulato più diffusa e più abbondante del Parco ed è uniformemente distribuito nelle valli valdostane e piemontesi. Densità elevate si rilevano nei valloni di Campiglia, Noaschetta-Ciamoseretto, Sort, Levionaz e in Valnontey. Anche il camoscio viene seguito e studiato con particolare attenzione dai ricercatori del Parco. Un progetto di studio a lungo termine sulla eco-etologia della specie è in atto in alta Valle dell'Orco.
Berry17
Anche quando sei tra le montagne più selvagge c'è sempre qualcuno che ti osserva